Irene Graziotto: il vino, metafora d’incontro tra cultura e agricoltura

Irene Graziotto: il vino, metafora d’incontro tra cultura e agricoltura

“Il vino quando bevuto comunica da sé” queste le parole di Irene Graziotto, sul palco di InspiringPR, con il suo intervento dal titolo “L’incontro, valore fondamentale nella storia e comunicazione del prodotto agricolo-culturale” ha intrattenuto il pubblico raccontando cos’é per lei l’incontro con il vino.

Il vino è il prodotto agricolo-culturale per antonomasia. È un prodotto che deriva dall’agricoltura in cui la componente culturale è parte integrante e imprescindibile del prodotto stesso. Perciò possiamo definire il vino come metafora d’incontro tra cultura e agricoltura.

Irene Graziotto accompagna la platea in un breve excursus storico: ripercorrendo nei secoli la storia di quello che è, per il nostro Paese ma non solo, un emblema socio-culturale ancor prima di un prodotto commerciale. Notiamo come il vino sia da sempre legato alla cultura e alle società umane come simbolo d’incontro per eccellenza.

Nell’Odissea a esempio, il vino diventa punto di scontro tra Ulisse e Polifemo e viene utilizzato come arma per liberarsi dal ciclope ubriacandolo. Con gli antichi romani assume più le sembianze di una droga, un prodotto euforico, diventando bevanda a tutti gli effetti. I cristiani ne fanno il simbolo d’incontro con la divinità per eccellenza: il vino diviene “il sangue di Cristo”.  Per scongiurare l’incontro con il male, il vino, veniva benedetto prima della vendita. Solo nel ‘700 torna a essere una “bevanda laica”, racconta ancora Irene Graziotto dal palco di InspiringPR.

E oggi? Quale significato gli attribuiamo? Come si comunica il vino?

La sfida di un mondo sempre più virtuale riguarda la capacità di consentire una comunicazione davvero fertile e non solo di facciata, in grado di costruire dialoghi veri e di dar luogo anche a incontri fisici. Vanno create le premesse per l’incontro fisico. Un bravo comunicatore in questo settore, secondo Irene, deve riuscire a trasferire una volontà e a creare il bisogno di  stappare e bere “proprio quella bottiglia”.

Sempre più spesso ricorda ancora Irene, partiamo dallo strumento virtuale per creare un punto d’incontro con il cliente. Si gioca sull’emozione, ma anche sui riferimenti ad altri sensi e alla loro esaltazione per veicolare le caratteristiche del vino. Studio Cru per Fattoria Eolia (profumo), Armando Testa per Chianti (tatto) e Dimitri Tolstoi per Nicolas winr store Paris (sapore) sono solo alcuni, buoni esempi, ricordati da Irene sul palco di InspiringPR.

Il vino è mediazione culturale: serve creare una cornice di significati  non solo geografica ma anche culturale per far si che il pubblico possa posizionare un prodotto.

“Non possiamo pensare di commercializzare un prodotto come il vino” ricorda Irene “promuovendolo solo in abbinamento alla cucina italiana. Dobbiamo dare al consumatore delle tecniche, per riuscire a riproporre e a rendere appetibile il prodotto anche per una ristorazione locale”.

L’incontro con il vino dunque? Non solo è importante l’evento di degustazione comparativa che permette di collegare una stessa tipologia di prodotto proveniente da varie regioni del mondo, ma è necessario un livello paritario di comunicazione. “Non si può parlare di vino pensando che il pubblico sia completamente ignorante in materia, è necessario e fondamentale l’ascolto. Bisogna sapersi mettere in gioco, prendere una bottiglia, aprirla e sentire ciò che ha da raccontare”.

Non si offre solo un prodotto,  si crea un punto d’incontro.

 

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