Massimo Cirri: l’asciugone è una croce comunicativa

Massimo Cirri: l’asciugone è una croce comunicativa

Pensare la comunicazione come un fiume. Un fiume che attraversa placido campagne o città, un fiume potente e torrentizio che percorre valli o foreste con tutta la forza che la natura gli conferisce, oppure ancora, un fiume che conclude il suo corso raggiungendo una zona paludosa, stagnante.

Questa è l’ispirazione offerta da Massimo Cirri al pubblico della quarta edizione di InspiringPR. Cirri è autore e voce di “Caterpillar” su Rai Radio2, nonché autore teatrale e ideatore di “Radioincontri” il festival delle radio italiane che si tiene ogni anno a Riva del Garda.

Dal palco di InspiringPR ci offre lo spunto per pensare la comunicazione come un processo di scambio di liquidi fra interlocutori. Eppure questo scambio di liquidi non sempre avviene senza intoppi, può capitare, infatti, di imbattersi in un “asciugone”.

Questo concetto, tanto buffo quanto vero, è emerso grazie a delle conversazioni che Cirri aveva tenuto qualche anno fa con alcuni lavoratori dell’ ItalTel, storica azienda di telecomunicazioni nel panorama italiano ma che, da un paio di anni, è in difficoltà costringendo molti lavoratori alla cassa integrazione. In momenti di grande difficoltà come questi, una delle preoccupazioni maggiori che i lavoratori si trovano a vivere sta nell’incapacità di definirsi professionalmente. Nasce la necessità di ridisegnare se stessi, di trovare un altro modo per definirsi, ma è un processo critico e non tutti ci riescono. Allora c’è chi finge di continuare ad andare al lavoro per non dover dare troppe spiegazioni, o, nel peggiore dei casi, c’è chi non sopportando più di vivere nell’incertezza decide di compiere un gesto estremo: togliersi la vita. Tutto ciò è emblematico della difficoltà che si vive nel dire quello che si è quando le cose cambiano.

Allora ci si chiede: come si può continuare ad essere qualcosa in queste condizioni, quindi come si può dire qualcosa di sé? Come ci si racconta agli altri quando si è alla ricerca di una nuova identità comunicativa?

In questi momenti di difficoltà si cerca di sostenersi a vicenda fra colleghi di lavoro, ma ovviamente non è facile trovare sempre le giuste parole per confortare qualcun altro. In questi casi, infatti, l’incontro peggiore è con l’“asciugone”. Probabilmente il termine è stato preso da una pubblicità di un rotolo da cucina che asciuga più del doppio rispetto agli altri. Lì per lì questa parola ci fa sorridere, eppure è proprio così quando si incontra il collega che vive la nostra stessa condizione da cassaintegrato e che, durante una conversazione, riversa su di noi lo sfogo per una situazione che ormai conosciamo a memoria e per cui non riusciamo a trovare una soluzione.

L’asciugone parla così tanto che quando finalmente ha concluso ci si sente completamente prosciugati da quel minimo di speranza e di forza per reagire che ci rimanevano. “L’asciugone è una croce comunicativa”.

Questo aneddoto ci fa prendere in considerazione gli aspetti liquidi della comunicazione e ci insegna a pensare a che tipo di fiume siamo quando comunichiamo con qualcuno, perché il trasporto umano durante un processo comunicativo ha delle conseguenze sugli altri, proprio come il passaggio di un fiume ha delle conseguenze su un territorio.

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